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Obbligo del POS negli Studi Medici

Obbligo del POS negli Studi Medici

Il prossimo 30 giugno scatterà l’obbligo per imprese e liberi professionisti di introdurre negli studi il pagamento tramite POS per importi superiori a 30 euro. La novità interessa milioni di studi professionali in Italia, dai Medici agli Architetti, dagli Ingegneri ai Commercialisti, ai Notai.

La Federazione Italiana Medici Medicina Generale (Fimmg) ha inviato una richiesta ufficiale di chiarimenti ai Ministeri competenti in merito alle numerose criticità del provvedimento nei confronti dei Medici di medicina Generale (MMG).

Le proteste anche da parte delle altre categorie professionali non sono mancate. Il Tar del Lazio con ordinanza 01932/2014 ha rigettato l’istanza presentata dal Consiglio Nazionale degli Architetti con la quale si definivano le disposizioni contenute nel decreto del 24.01.2014 (GU n.21 del 27.01.2014) vessatorie, costose e inutili per la categoria.

La norma: dal prossimo 30 giugno 2014 per importi superiori a 30 euro imprese e professionisti, a prescindere dal fatturato dichiarato nell’anno precedente, sono obbligati a garantire ai loro clienti la possibilità di effettuare pagamenti anche tramite POS. L’obbligo nasce dall’articolo 15 del Dl 179 del 18.10.12. La decorrenza, in primis fissata al 01.01.14, è stata differita al 30 giugno dall’art. 9, comma 15-bis del Dl 30.12.13, n. 150 (cd decreto Milleproroghe). La disposizione fa salvo quanto previsto dal D.lgs n. 231 del 2007, che reca obblighi e adempimenti in funzione di antiriciclaggio e prevede il divieto di trasferire denaro contante o titoli al portatore per somme maggiori o uguali a mille euro.

Secondo il decreto fino al 30.06.2014, l’obbligo avrebbe riguardato solo chi nell’anno precedente aveva fatturato oltre 200.000 euro. Il Milleproroghe ha fatto slittare l’obbligo del POS al 30 giugno 2014 per tutti facendo venir meno un iniziale periodo transitorio applicato limitatamente ad una soglia di fatturato. Il paziente avrebbe, tuttavia, avuto difficoltà nel rapportarsi con il Medico non potendo conoscere a priori il livello di fatturato del professionista.

La circolare n. 12/2014 2014 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro del 29 maggio 2014 ha chiarito che “l’inesistenza di una sanzione per il mancato possesso del dispositivo non implica l’obbligo per i professionisti” inoltre “il provvedimento introduce solamente inutili adempimenti a danno dei professionisti, incremento dei costi per gli studi professionali e benefici solo a favore degli Istituti di Credito”.

I Consulenti del Lavoro precisano, inoltre, che “non c’è obbligo, da parte del cliente privato senza partita iva, di pagare con POS prestazioni professionali oltre 30 euro, ma solo un’opportunità in più” e “la mancata installazione del terminale POS non produce un inadempimento sanzionabile né tanto meno una perdita del credito. Il provvedimento in realtà non amplia l’utilizzo degli strumenti di pagamento. La norma prevede che si possa pagare con assegni o con bonifico oppure con bancomat ma non con carta di credito. Le banche guadagneranno il 17,2 per cento sulle attività professionali per un obbligo imposto dalla legge. Da non trascurare – evidenziano ancora i consulenti – i limiti giornalieri e mensili posti dalla banche per l’utilizzo dei bancomat”.

Il POS, per chi non lo usa assiduamente, comporta oneri fissi non trascurabili. Oltre al numero di operazioni effettuate esiste un canone di noleggio, spese di conto corrente aziendale, estratti conto, etc. Un costo fisso annuo di circa 300-500 euro più percentuali di transazione.

Per essere in regola e cercare di risparmiare è necessario ridurne al minimo i costi fissi. La tecnologia mobile ha alcuni pro e contro. A fronte di un canone zero, la percentuale per ciascuna transazione è più alta, ma mai oltre il 2.75%. Il POS, acquistato e non noleggiato, va collegato a uno smartphone o un tablet. Serve la stampante per spedire la ricevuta via email e l’addebito in conto avrà dei costi. Ad andare al 30 giugno, i liberi professionisti riceveranno proposte di ogni tipo da Banche e Istituti di Credito.

Mentre per i Medici le parcelle sono verosimilmente contenute, con l’eccezione dei Dentisti, quelle, anche minime, di Architetti, Avvocati e Notai sono normalmente superiori ai massimali della carta di debito. Anche quando il cliente dovesse richiedere di effettuare il pagamento tramite POS, e il professionista ne fosse sprovvisto, si determinerebbe semplicemente la fattispecie giuridica di mora del creditore ex articolo 1206 del Codice civile, che non libera il debitore dall’obbligazione.

Il commento: La categoria medica, peraltro sempre critica nei confronti dei legislatori, è comprensibilmente insorta contro l’ennesima rapina legalizzata. In particolare i più penalizzati sarebbero gli Studi dei Medici di Medicina Generale e la Medicina di gruppo.

Queste categorie mediche sono in pratica stipendiate dal SSN e dalle AUSL e, pertanto, le loro occasioni di incasso sono limitate a certificati di sana e robusta costituzione per attività sportive, di invalidità, per il rinnovo patente e poco altro. Valore della prestazione: da 30 a 80 euro. La ricevuta, peraltro, è già legata a doppio filo ai certificati rilasciati tramite la cartella clinica informatizzata con la sua tracciabilità informatica.

Anche le prestazioni specialistiche in regime libero-professionale hanno costi contenuti, dai 100 ai 200 euro circa, fatta eccezione per i “Baroni della Medicina”. Diversa la situazione per Avvocati, Architetti, Notai e Commercialisti che hanno parcelle più onerose anche perché conteggiate nel loro complesso e a fine prestazione.

Anziani, pensionati e tutti i “nuovi poveri” dell’attuale società, che sono i maggiori fruitori degli Studi dei MMG, spesso non posseggono nemmeno una carta di credito o un bancomat e non è detto che posseggano un carnet di assegni. Analogamente, molti Medici di Famiglia o Specialisti con piccoli studi privati associati usano solo il cellulare, perché il telefono fisso è una spesa superflua. Inoltre, dovrebbero dotarsi di un addetto alla segreteria per sbrigare pagamenti con carte di debito. Nei Poliambulatori e nelle Case di Cura private, certo, la situazione è diversa.

Il legislatore ha forse contemplato le tante visite private a domicilio? Ha contemplato che gli studenti universitari fuori sede non hanno carte di credito o libretto di assegni e che le ragazze quando vanno in Studi Ginecologici per la pillola del giorno dopo o una certificazione IVG le famiglie non sono informate, il che vuol dire che queste ragazze non possono utilizzare pagamenti diversi dai contanti? Ha contemplato che le tante donne extracomunitarie, quelle che non vanno in consultorio familiare, non hanno nemmeno il permesso di soggiorno? Figurarsi il bancomat.

Chi desidera uno sconto pagherà in nero come ha sempre fatto, e risparmia anche i due euro della marca da bollo. E, per tutti gli altri, al momento della prenotazione della visita saranno precisate le modalità di accettazione del pagamento.

Bonifico o assegno vanno bene per il Medico che non ha il POS, e anche per la legge che vuole la tracciabilità degli incassi. Non va bene invece per il paziente, che avrà un costo aggiuntivo. Morale della favola: in un modo o nell’altro, le banche guadagneranno di più.

Personalmente, ho deciso di aderire alla disobbedienza di massa dei molti colleghi medici, dalle Alpi alle Isole. IO NON POS. Sarà un problema tutto nostro farci pagare per prestazioni superiori ai 30 euro se i contanti non li possiamo accettare.

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Post scriptum:

Il Direttore della mia banca, con estremo garbo e perché sa che non sono tanto bionda come sembro, mi ha informata che potevo avere l’oggetto del desiderio (ovvero il POS) senza canone per sei mesi. Una nuova impiegata, più sprovveduta, me l’ha proposto qualche giorno dopo come l’offerta del secolo. Al mio “Vade retro Satana” mi ha ingenuamente apostrofato ricordandomi che si tratta di un servizio in più da offrire ai clienti (???). Dall’alto dei miei 155 cm e con sorriso serafico, ho precisato che non sono una commerciante e non gestisco un negozio. Ed ho pazienti più che clienti. Non me l’ha più proposto.

 

Dott.ssa Fiammetta Trallo, Specialista in Ginecologia e Ostetricia

 Image courtesy of David Castillo Dominici_  FreeDigitalPhotos.net